Il rimborso IVA è un prodotto massimamente standardizzato, a livello sia di legge che di testo contrattuale, condiviso peraltro tra Enti Beneficiari ed ANIA. Se fino a qualche anno fa c’era ancora un po’ di confusione su quali società potessero esporsi come garanti a favore del beneficiario, almeno dal 2011 abbiamo la certezza che il garante deve essere necessariamente una banca o una compagnia di assicurazioni.
La “stretta del credito” si è manifestata prima nel sistema bancario, per poi estendersi gradualmente al mondo assicurativo; tanto che dalla metà del 2013 si registrano aumento dei tassi, restrizioni all’assunzione dei rischi da parte delle compagnie e richieste sempre più pressanti di coobbligazioni personali da parte dei soci verso la compagnia erogante.
Aumentano anche i casi di società straniere che vantano richieste di rimborsi IVA sempre più frequentemente; in questi casi, per ottenere la garanzia assicurativa è necessario avere una società di riferimento in Italia, che normalmente si co-obbliga direttamente nell’operazione.
Alla fine dei conti, anche se non sempre facilmente, l’azienda ben posizionata riesce ad ottenere le garanzie sui rimborsi IVA a tassi concorrenziali rispetto al mercato bancario, e soprattutto senza intaccare il castelletto. Quando ci sono buone coobbligazioni/patronage, il risultato è pressoché sempre garantito.
Chiediamo, quindi, ai clienti che intendono affidarsi a noi di manifestare sempre il buon senso di mettere a disposizione coobbligazioni personali adeguate. In tutta sincerità, quando un cliente si rivolge alla nostra struttura precisando (anche subito) che non c’è alcuna disponibilità alla coobbligazione personale dei soci, preferiamo rifiutare l’ingaggio, per una semplice questione di professionalità.